Roman Abramovich sarebbe stato avvelenato. Questa è la notizia che circola da pochi minuti e che ha scosso l’ambiente non solo del calcio internazionale, ma più in generale dell’alta finanza. Non dimentichiamo che la proprietà del Chelsea è solo una delle mansioni che vengono svolte da uno degli uomini più ricchi al mondo.
Il noto magnate russo, stando a quanto si legge sul Wall Street Journal, avrebbe avuto all’inizio del mese di marzo un incontro con alcuni negoziatori di pace ucraini. L’obiettivo era proprio quello di spingere per trovare un accordo affinchè gli attacchi da parte dell’esercito russo cessassero da un momento all’altro.
Un risultato che, stando alle ultime notizie che arrivano dal fronte, non è stato portato a casa. In ogni caso, come riportano i colleghi del prestigioso quotidiano statunitense, Abramovich sta continuando nella sua spola tra i territori al centro del conflitto. Il suo è un impegno molto importante dal punto di vista umanitario e istituzionale.
Abramovich avvelenato, l’episodio dopo un meeting di pace
Sul WSJ si legge infatti che il proprietario del club londinese sta continuando a viaggiare tra tre città fondamentali per gli equilibri in termini di diplomazia. Stiamo parlando della capitale ucraina Kiev, di quella russa Mosca e di Gomel, città della Bielorussia dove si svolgono alcuni importanti negoziati.
Qui, stando ai rumors del pomeriggio, Abramovich e i funzionari di pace ucraini sarebbero stati avvelenati. Almeno sarebbero questi i sintomi che sono stati manifestati nei giorni successivi al negoziato che si è svolto a inizio marzo a Kiev. Occhi rossi, continua lacrimazione e pelle del viso e delle mani in desquamazione: questi i sintomi emersi.
Abramovich e i diplomatici ucraini ora stanno bene. La paura nei giorni scorsi, però, è stata tanta.