Decreto Crescita in Serie A, un tema che continua a tenere banco in questi giorni. A maggior ragione adesso, che mancano circa due mesi all’apertura di una nuova sessione di calciomercato. Anche perchè si tratta di un’opportunità che i club proveranno a sfruttare per ridurre gli esborsi legati agli ingaggi dei nuovi giocatori.
Ma si tratta anche di una situazione che rischia di complicare ancora di più quella che è l’esplosione di talenti che provengono dai vivai delle nostre squadre. Essendo un decreto che consente di agevolare l’arrivo di giocatori dall’estero, con una gestione più flessibile degli stipendi, rende più semplice l’acquisto di giocatori forti.
Per questo motivo Tommaso Nannicini ha deciso di portare avanti un’iniziativa che potrebbe ostacolare l’utilizzo diffuso e smodato del Decreto Crescita. Il senatore del Partito Democratico ha portato allo studio un emendamento che possa calmierare l’utilizzo di questo strumento, soprattutto per le squadre medio-piccole.
Decreto Crescita in Serie A, emendamento del Pd che colpisce le piccole
Nella proposta del senatore piddino si legge che il Decreto Crescita non può essere utilizzabile per i giocatori che firmano contratti con un ingaggio lordo di 2 milioni di euro a stagione. Sopra questo sbarramento, il Decreto sarebbe attuabile. Si tratterebbe di una vera e propria beffa per le formazioni di medio-basso valore.
Le prime repliche a questo emendamento sono piccate. Stefano Campoccia, vicepresidente dell’Udinese, parla così: “Il testo appare evidente un ingiustificato vantaggio fiscale per le società maggiori, le sole capaci di riconoscere retribuzioni già elevate ai propri calciatori. Un emendamento così rischia di uccidere il sistema che non è fatto di tre o quattro club, ma di decine e decine che lo sostengono”.