Paulo Dybala è uno dei soggetti chiamati a testimoniare nell’ambito dell’inchiesta denominata Prisma che coinvolge in prima istanza la Juventus. Un segno del destino a dir poco bizzarro, visto che questa è stata soprattutto la settimana in cui si è posta la parola ‘fine’ alla storia d’amore tra il calciatore e il club.
L’attaccante argentino, infatti, si è recato oggi presso la Procura di Torino in un orario in cui avrebbe dovuto effettuare una seduta di allenamento. Tra le altre cose sarebbe stata anche la prima dopo l’annuncio del mancato rinnovo di contratto, che lo porterà a lasciare la formazione bianconera a parametro zero a luglio.
Dybala ha raggiunto la sede del procedimento accompagnato dal suo autista. Il motivo per cui è stato chiamato a testimoniare è legato soprattutto al rapporto tra la Juventus e i calciatori. In particolare nei confronti con gli agenti, i quali non sono coinvolti direttamente nell’inchiesta ma solo come persone a conoscenza dei fatti.
Dybala inchiesta Prisma, i motivi della convocazione in Procura
Tutto è legato alle perquisizioni che sono state effettuate negli uffici di Roma, Milano e Torino in cui operano i procuratori che gestiscono giocatori attualmente in forza alla Juventus. Come nel caso di Alessandro Lucci, che gestisce la procura di Juan Cuadrado, Leonardo Bonucci e dell’ormai ex bianconero Dejan Kulusevski.
A Lucci e ad altri procuratori la Juve si sarebbe appoggiata per alcune scritture private in merito a emolumenti e altri tipi di accordi con i propri assistiti. L’inchiesta Prisma dovrebbe trovare una sua conclusione entro la fine del mese di maggio. Nessun coinvolgimento diretto per Dybala, ma il destino a volte sa giocare dei tiri mancini…