Intervista Luca Marelli – Il commentatore tecnico arbitrale Luca Marelli si è concesso per una chiacchierata live sulla pagina Instagram di FantaMaster. L’ex direttore di gara ha toccato temi arbitrali molto importanti, quali l’utilizzo della tecnologia e come è cambiata la figura dell’arbitro con l’avvento della Var. Marelli ha poi espresso un parere personale riguardo l’aspetto comunicativo dell’AIA. Di seguito le sue parole.
“Raccontaci del tuo brutto infortunio accaduto nel 2007“
“In una ripartenza mi sono scontrato con un giocatore dell’Ascoli e mi sono rotto il perone, sono rimasto in campo per 3-4 minuti, sono stato fasciato, ho arbitrato per un altro minuto, ma poi mi sono fatto sostituire. In seguito il medico dell’Ascoli mi ha visitato e mi ha detto che secondo lui mi ero rotto la gamba del perone. Dopo questo problema mi sono dovuto fare 600 km in macchina“.
“Il VAR ha migliorato il lavoro degli arbitri?“
“Assolutamente sì, basta vedere le polemiche dei giorni dopo la partita. Prima si parlava molto di fuorigioco e calci di rigore. Dopo l’avvento del VAR le polemiche sui penalty sono molto diminuite, mentre sui fuorigioco sono quasi azzerate o quanto meno sono molto diminuite. Il VAR è stato un passo in avanti notevole ed è irrinunciabile. Ai miei tempi avrei pagato di tasca mia per averlo”.
“Com’è possibile che non ci fosse un’immagine come quella necessaria per il gol della Juventus nella sfida contro la Salernitana?“
“Con il fuorigioco semiautomatico non sarebbe capitato. Quell’episodio è stato una serie di errori del VAR, ma anche degli arbitri. La fotocamera dei 16m ha zoommato troppo rapidamente, ma far passare il concetto che gli arbitri possono sbagliare è molto difficile. Siamo in un mondo virtuale e non è più accettato che un arbitro possa sbagliare. Questa è una grande sconfitta per lo sport, perché il calcio è basato sugli errori, se tutte le squadre fossero perfette le partite finirebbero 0-0.“
“Perché non siamo ancora pronti per avere un confronto con gli arbitri in televisione?”
“È un problema che riguarda tutti gli sport e tutto il Mondo, da nessuna parte gli arbitri parlano né in Francia, né in Inghilterra. Solo in Germania stanno facendo un esperimento e vanno in TV a giro. Se io fossi il presidente dell’AIA lavorerei sulla comunicazione perché è fatta male e sembra propaganda. C’è molto da fare e non capisco la strategia comunicativa. Io farei conoscere gli arbitri ai giornalisti e senza domande prestabiliti, senza fare polemica spicciola. Il problema è che molti giudicano basandosi sullo pseudo regolamento, veicolato da persone che non conoscono lo stesso“.
“Perché l’AIA si è scusata con il Milan dopo il caso Messias e non con la Juventus dopo il caso contro la Salernitana?”
“In Milan-Spezia non c’è mai stata nessuna scusa, Gervasoni, il vice di Rocchi, nei minuti successivi alla partita ha ammesso l’errore con un dirigente del Milan, ma non si è scusato. Gli errori ci sono e l’AIA non deve scusarsi, oppure andrebbe fatto un report mensile in cui si spiegano tutti gli errori commessi, utilizzando i canali social a disposizione dell’AIA stessa. Bisogna cominciare da zero a livello comunicativo, bisogna partire dalle regole. Il danno procurato non esiste, per esempio, esattamente come la disponibilità del pallone“.