Ansia al fantacalcio e preoccupazione in vista dei prossimi appuntamenti in campionato considerando l’ultimo infortunio di Ibrahimovic.
A la ‘Gazzetta dello Sport’, Giacomo Zanon, responsabile del reparto di traumatologia dello sport dell’ Ospedale San Matteo di Pavia, ha spiegato l’entità dell’infortunio di Ibrahimovic. Queste le sue dichiarazioni:
“La soffusione emorragica è è una piccolissima raccolta di sangue, il che significa la rottura di alcune fibre del tessuto muscolare. Quindi se è presente sanguinamento non è proprio una lesione lieve. In una lesione lieve abbiamo una reazione infiammatoria. Se c’è sangue significa che qualcosa si è rotto. Poi a mio parere è bene spiegare che il soleo non c’entra con il polpaccio. Il polpaccio è formato dai gemelli, il soleo invece è uno dei muscoli che compongono la loggia posteriore della gamba, fondamentale nella fase di spinta del passo”.
PRECEDENTE INFORTUNIO – “Un rapporto con il precedente infortunio? Ci può essere, legato al fatto che l’atleta ha comunque avuto un periodo di relativa inattività. Non ha giocato né si è allenato regolarmente, ha dovuto fare delle terapie. Dunque un minimo di indebolimento generale l’ha avuto. Direi che il fattore più importante sia la stanchezza dovuta agli impegni ravvicinati. Perché giocando due partite a settimana a 39 anni la fatica si sente, anche se lui è un highlander. Questi sono sì sono fattori predisponenti”.
Infortunio Ibrahimovic, i tempi di recupero
RECUPERO – “Un trauma con sanguinamento è una lesione importante come si diceva. In più, il soleo è il muscolo che guarisce con più difficoltà in assoluto. Difficile pensare che la prognosi possa andare sotto le quattro settimane“.
Qualora dovesse essere confermata questa diagnosi, il campione svedese salterà con ogni probabilità Benevento, Juventus, Torino e Cagliari. Potrebbe rientrare per la gara in programma giorno 23 con l’Atalanta.