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Como, Fabregas: “Mi rivedo in un giocatore, crescita importante! Nico Paz senza paura, sul ruolo di Diao…”

Intervista Fabregas – Nel corso di questa sosta Nazionali, mister Cesc Fabregas racconta il suo momento e quello del suo Como, facendo anche il punto della situazione sui singoli e sul suo futuro.

Fabregas ha concesso un’intervista a Sky Sport, riferendo alcuni spunti interessanti innanzitutto in ottica fantacalcio. Il giovane tecnico spagnolo ha ribadito l’importanza di Nico Paz e Diao nella sua squadra, ma non solo.

Tanti gli elogi ai suoi giocatori, tra i quali uno in particolare che è ormai entrato totalmente nelle grazie del tecnico. Fabregas non nasconde la stima nei suoi confronti, paragonandolo addirittura a lui stesso da calciatore. Prendere nota al fantacalcio è doveroso, anche in vista delle prossime stagioni.

Intervista Fabregas: le parole dell’allenatore del Como

Come giudica il vostro percorso fin qui in Serie A? “Abbiamo imparato tanto, siamo cresciuti tanto. Siamo tutti nuovi in questa dimensione che è la Serie A: un campionato fantastico, con un livello molto alto. Se ci avessero detto a inizio stagione che saremmo arrivati fin qui, l’avremmo firmato subito. Dobbiamo continuare così, a migliorare e crescere. Il potenziale è grande. Mi reputo una persona molto positiva: penso a imparare sempre. Il punto molto negativo è stato contro la Lazio in casa o la prima partita, quella dell’esordio in campionato, contro la Juventus: quella però mi ha fatto capire il livello della Serie A. Molto positiva la vittoria con la Fiorentina, e bene anche le due partite con il Napoli. Ma ripeto, si può imparare sempre”.

Qualcosa che vorrebbe ereditare dai suoi allenatori durante la carriera da calciatore? “Mi ritengo fortunato. Ho lavorato con tanti grandi allenatori: non potrei dire solo una cosa che vorrei ereditare. Qualche anno fa, tenevo con me un libretto in cui mi sono appuntato ogni cosa di allenatori che mi convinceva, ma anche quello che non mi convinceva. Da tutti si impara tanto”.

Come prepara il suo stile di gioco da allenatore? “Noi vogliamo sempre giocare nello stesso modo: la mia squadra deve essere costruita con una mentalità diversa rispetto alle altre, tutti devono avere la stessa idea e andare avanti per la stessa strada. Noi proviamo sempre a fare un piano gara per andare a vincere, che sia propositivo, di mentalità e grande positività. Ogni partita è diversa”.

Come giudica la crescita di Da Cunha? Si rivede in lui? “Sì, un po’ sì. Lo rivedo in me: mi è sempre piaciuto tanto. L’anno scorso avevo una squadra diversa con giocatori diversi e l’ho adattato un po’. Ma in questa stagione, anche per difficoltà che ho avuto a livello di giocatori a disposizione, Da Cunha si è dimostrato molto propositivo: ha gamba, qualità, passaggio, guarda sempre avanti. Parlo tanto con lui: c’è una crescita dietro che è importante. Per come vedo il calcio lui è centrocampista e ha ancora tanti margini”.

Il suo pensiero su Nico Paz? “È un giocatore che vede sempre la porta, vuole giocare in avanti, senza paura. Deve migliorare e lo sappiamo. Vuole fare gol, sempre guarda verso l’attaccante a cui fare l’ultimo passaggio, come lasciarlo solo davanti al portiere. Può giocare in diversi ruoli. Il suo fisico l’ha aiutato ad adattarsi alla Serie A, anche lui può crescere tanto e dobbiamo fargli imparare a essere professionista giorno dopo giorno”.

L’impatto di Diao? “È un giocatore completo: può interpretare tanti ruoli lì davanti, ha qualità, può giocare tra le linee. L’altro giorno contro il Milan aveva di fronte uno dei terzini più forti degli ultimi 10 anni da affrontare, cioè Walker. Si può sbagliare, non dico mai niente quando si sbaglia. Ci si allena e migliora sempre. Ma io chiedo sempre che mentalità e coraggio di giocare con la testa libera ci siano: è importante. Tutti questi giocatori me lo garantiscono”.

Idee in vista del futuro? “Personalmente, mi vedo più forte tra un anno, perché sono più forte ora rispetto a prima. È l’evoluzione normale di un allenatore: fra 10 anni so che non sarò così. È un processo di apprendimento: fai tante cose durante il giorno, prendi tante decisioni, parli con tanta gente. Impari non solo a livello di gestione tecnica e tattica, ma proprio a livello umano. Nel Como penso che si stiano facendo bene le cose: siamo una società molto giovane, siamo cresciuti tanto, ci sono tante persone nuove dentro lo staff e non mi riferisco solo a quello tecnico: penso per esempio ai data analyst, o all’area scouting. Si fanno ovviamente degli errori, ma stiamo imparando tanto e vedo un grande potenziale”.

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