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Un anno senza D10s, ma Diego è tra noi

A un anno dalla sua scomparsa, el Pibe de Oro, viene celebrato in tutto il mondo. Controverso, virtuoso, immorale, immortale, drogato, generoso, alcolista, traditore, gentile, combattente. Sono tutti aggettivi che descrivono le tante anime di Diego Armando Maradona, una figura destinata a restare nell’immaginario collettivo

Mentre Napoli pensa a un museo e si prepara a rendere omaggio alle sue statue, nelle sale arriva il film di Paolo Sorrentino, È stata la mano di Dio, candidato agli Oscar. La pellicola è un racconto personale del regista, di una Napoli in cui cresce il mito di Diego.

Il numero 10 del calcio argentino, diventato D10S già in vita, sembra destinato a restare nei cuori di chi lo ha amato. Di coloro che gli hanno perdonato i suoi difetti e che ricordano solo i gol, le battaglie, le frasi. La vita di Maradona con le sue cadute è proposta anche in questa infografica interattiva che lo racconta come uomo, calciatore e personaggio.

La mano di Dio

Abbiamo menzionato le celebri frasi di Maradona, tra le cose che senza dubbio resteranno di lui e che alimentano la sua leggenda. Dai ricordi di chi c’era, passano inevitabilmente a chi lo ha conosciuto quando aveva già lasciato il calcio. Restano sugli striscioni dei tifosi, sui murales a lui dedicati in tante città del mondo. Quelle frasi che sono in grado di riassumere e raccontare, più di molte biografie, chi era e perché quando si parla di lui si entra nella sfera del mito.

Tra le imprese più ricordate nella storia del calcio mondiale vi è quella del 22 giugno 1986, data in cui si giocarono i quarti di finale dei Mondiali in Messico. L’Argentina incontra l’Inghilterra e Maradona scende in campo con il piglio di chi deve vendicare i torti subiti per le isole Malvinas, conosciute come Falkland dal resto del mondo.

L’Argentina passa in vantaggio al 51’ con il gol di mano più sfacciato della storia. “Debe haber sido la mano de Dios”, deve essere stata la mano di Dio, dichiarò lui alla fine. Come a voler caricare la vittoria argentina del beneplacito divino in un’opposizione tra vittime e carnefici. Dio ha voluto il riscatto del suo popolo. Come se non bastasse, solo tre minuti dopo, Diego segna il gol del secolo, scartando da solo tutta la difesa avversaria.

La caduta del mito

Con il mondiale del 1986, Maradona stava toccando l’apice della sua carriera. Gloria prolungata dal primo scudetto del Napoli nel 1987 e della Coppa Italia. Anche queste vittorie entravano nell’universo simbolico di Maradona. Erano il segno del riscatto dell’Italia meridionale povera contro le squadre del nord, ricche e vincenti.

La ricchezza e la fama non cambiavano quei lati di lui che lo facevano sentire uno del popolo. Maradona restava il ragazzo di Colle Fiorito, che regalava alla sua gente vittorie e gioie mai vissute prima. Ma ricchezza e fama agivano anche su altri lati, quelli fragili, manipolabili, corruttibili.

Nel 1991, Maradona risulta positivo alla cocaina e viene squalificato per 15 mesi. Poi l’illusione di poter tornare a vincere viene definitivamente cancellata con l’espulsione dai Mondiali USA 1994, per essere positivo all’efedrina. Anche in quel momento, Maradona fece una delle sue dichiarazioni: “Non voglio drammatizzare, ma credetemi mi hanno tagliato le gambe”. Riapplicava lo schema dell’opposizione dei potenti americani in grado di orchestrare complotti contro gli argentini. Ancora il nord contro il sud, i ricchi contro i poveri.

L’addio al calcio del combattente

Dopo un breve ritorno al Boca Juniors, nel 1997, Maradona gioca la sua partita d’addio. 

Davanti allo stadio gremito di parenti, amici e tifosi di tutto il mondo, tiene un discorso commosso, la sua assunzione di responsabilità. Ho sbagliato e ho pagato, dichiara, ma “La pelota no se mancha”.

Un momento topico in cui chi lo ha amato gli ha già perdonato tutti gli errori. La sua figura più umana e fallace che mai, è già ammantata dal mito. Maradona lascia il calcio, ma il suo popolo non lascia lui. Ed è un popolo immenso, più grande e motivato di quelli che gli si oppongono e che lo detestano. 

Fuori dal campo il personaggio Maradona acquisisce sempre più forza e spessore. Non ha paura di schierarsi, diventa un leader carismatico, sostiene apertamente le cause dei paesi del sud del mondo. Lo vediamo al fianco di Fidel Castro, Hugo Chávez e Nicolás Maduro. Lo vediamo insieme al Papa, argentino come lui. Leggiamo i messaggi delle celebrità del mondo del calcio che gli dicono addio. 

La morte non può che sublimare una vita che è sempre stata in bilico tra gioie e sofferenze, tra vittorie e sconfitte, una vita eroica, sbagliata e umana.

Fonti foto:

https://it.wikipedia.org/wiki/Gol_del_secolo
https://www.calciomercato.com/news/river-boca-l-ultima-partita-di-maradona-video-94445

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